In Usa è finalmente arrivata l’insulina spray. Ma per ora è un flop.
Tutti l’avevano salutata come un’innovazione eccezionale. Un’insulina che, invece di essere somministrata sottocute al pasto per diverse volte al giorno, può essere semplicemente inalata. Come avviene per esempio per i farmaci per l’asma.
Una novità che in prospettiva potrebbe cambiare la vita di milioni di pazienti. E che nel frattempo ha fruttato una discreta fortuna all’azienda californiana che l’ha sviluppata, MannKind. La scorsa estate, poche settimane dopo che la Food and Drug Administration aveva concesso il via libera al nuovo prodotto, l’azienda ha firmato un accordo multimilionario con Sanofi, tra i leader mondiale dei trattamenti per il diabete.
Sul piatto, l’azienda francese aveva messo 925 milioni di dollari per i diritti di vendita globali della nuova insulina. Centocinquanta subito, il resto se il farmaco raggiungerà determinati obiettivi di vendita una volta sul mercato.
«Si tratta di un’integrazione e un rafforzamento del nostro portfolio», aveva detto all’epoca il senior vice president di Sanofi Pierre Chancel, che pensava all’epoca, soprattutto a quei pazienti «che hanno difficoltà a cominciare il trattamento con l'insulina a causa della paura delle iniezioni».
Finalmente lo scorso febbraio Afrezza (questo il nome della nuova insulina) è sbarcata nelle farmacie americane.
Ma ad attenderla, a quanto pare, non erano in molti.
Secondo i dati diffusi in questi giorni da Sanofi, il valore delle vendite per il nuovo prodotto, nei primi due mesi dal debutto, ha superato di poco il milione di dollari.
Un’inezia secondo gli analisti. Questi risultati sono «terribilmente deludenti, considerando le dimensioni del mercato», ha detto Maxim Jacobs, analista di Edison Investment Research di Londra. «I pazienti diabetici sembrano preferire l’iniezione di insulina che è diventata quasi indolore piuttosto che l'inalazione di un fattore di crescita nei loro polmoni», ha aggiunto. Le sorti di MannKind, così, sono appese a un filo.
La cosa non sembra invece preoccupare Sanofi secondo cui i risultati verranno con il tempo: «L'implementazione iniziale di Afrezza è stata finalizzata alla creazione di consapevolezza sul prodotto e sul suo corretto utilizzo», ha detto l’azienda, secondo quanto riporta il Los Angeles Times. «A causa dei requisiti imposti dall’Fda per cominciare il trattamento e dato il tempo necessario a guadagnare l’accesso al mercato, ci vorrà ancora del tempo prima che Afrezza dimostri il proprio potenziale». Intanto, entro l’anno l’azienda lancerà una campagna di marketing diretta ai pazienti.
Redazione di Health Desk del 6 Maggio 2015
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